Tipo:
Opere; decorazione dipinta; Immagine fissa
Categoria:
Pittura
Autore:
Pippi Giulio detto Giulio Romano
Il cavallo è rivolto a sinistra e ritratto in lieve posizione di tre quarti: il muso, in particolare, non è mostrato in profilo netto, come nel caso del primo cavallo dipinto sulla stessa parete, bensì rivolto verso lo spettatore. Il nome dell'animale è tuttora leggibile, a chiare lettere latine, al centro della cornice chiara corrente dietro la figura, all'altezza degli zoccoli: il cavallo ritratto è Dario - forse un arabo -, dal mantello leardo (di colore grigio chiaro, costituito da peli bianchi e neri) "moschado e pomellado" (Castagna 1990, p. 111). Il gioco della colorazione del pelame è tuttora apprezzabile, nonostante la perdita di molte finiture a secco, nelle macchie chiare sul dorso e sul collo dell'animale. Castagna (1990) precisa che i cavalli dal mantello leardo erano importati dalla Turchia. Una caratteristica comune all'esemplare in esame e ai cavalli leardo dipinto sulla parete ovest e bianco ritratto sulla sud risiede nella colorazione rossastra della coda dovuta, come dimostrato dalla Castagna su base documentaria, alla prassi di tingere coda, criniera e zoccoli dei destrieri con la sostanza vegetale detta "alcanna d'Oriente" (identificabile con l'henné). Come il compagno ritratto sulla medesima parete e gli altri due cavalli della parete opposta, Dario è ornato da un elegante pennacchio blu tra le orecchie. Particolarmente raffinati sono i finimenti in cuoio rosso e inserti metallici dorati, tra i quali si intravede un ciuffo scuro della criniera; la fronte dell'animale è coperta a una calottina rossa. Il cavallo non presenta tracce di incisione indiretta sulla coscia, relative al marchio di proprietà osservato sui cavalli ovest ed est. A livello di tecnica esecutiva si segnala l'uso esclusivo dell'incisione da cartone per la realizzazione del cavallo (finimenti, dettagli del muso, criniera, profili del corpo in generale e del disegno del mantello in particolare, ricco di macchie di forma circolare); l'animale è stato dipinto in un'unica, estesa giornata comprendente anche la cornice violacea e parte del basamento inferiore. Il paesaggio retrostante è stato invece realizzato in tre giornate corrispondenti alle partizioni della veduta date dall'ingombro del corpo dell'animale: sul dorso, sotto l'addome, davanti alle zampe anteriori del medesimo. Come in tutti gli altri casi della sala, anche il paesaggio in esame è frutto di un mutamento intenzione da parte di Giulio Romano ed è stato eseguito, dunque, dopo stesura di apposito intonaco su una decorazione precedente. La veduta mostra, tra le zampe dell'animale, un'ampia sponda erbosa in primo piano che, anche grazie all'espediente di un sentiero, introduce l'occhio alla visione di uno scenario lacustre: una costruzione allungata, forse di tipo difensivo, si trova al di qua di un lago, sulla cui sponda opposta sorge un abitato caratterizzato da mura e torri; in un'insenatura si scorgono imbarcazioni, mentre l'orizzonte è segnato dalla catena di basse montagne azzurrine. Sopra il dorso dell'animale il cielo è nuvoloso. La pittura, veloce e piuttosto compendiaria, è paragonabile sotto molti aspetti a quella adottata da Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica nei paesaggi della Camera di Ovidio.
Data di creazione:
1525 ca. - 1526 ca.; sec. XVI, secondo quarto; 1525 - 1526
Data:
1525
Soggetto:
ritratto
Cavallo
Materia e tecnica:
affresco
Estensione:
altezza: cm 242
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Oggetti digitali
Indirizzo: Museo Civico di Palazzo Te, Viale Te, 13 - Mantova (MN), Italia - proprietà Comune di Mantova
Data di modifica: 1988 - 1989
Riferimenti
È riferito da: scheda ICCD OA: 0302128999-11.3
In: Complesso decorativo di Palazzo Te
Identificatore: work_6484
Diritti
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale