trifora
Tipo:
Opere; trifora; Oggetto fisico; ambito svevo-angioino
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Il chiostro di Fossanova ha conosciuto una prima fase costruttiva, tra l'ultimo ventennio del XII secolo e i primi anni del successivo (ancora visibile sui lati nord, est ed ovest), e una seconda fase più tarda in cui si avvia un progetto di totale rinnovamento delle gallerie a partire dal braccio sud, poi bruscamente interrotto all'altezza degli attacchi di quest'ultimo con i lati adiacenti. La cronologia dell'intervento cui si deve lo straordinario loggiato meridionale, composto di due quadrifore a ovest e due trifore a est, è stata ampiamente discussa dalla critica, con un'oscillazione della data tra la seconda metà del Duecento fino a oltre le soglie del XIV secolo. Uno dei primi a prendere posizione in merito fu C. Enlart (1894), che datò l'impresa alla fine del Duecento, attribuendone l'esecuzione a Pietro Gullimari e figli che nel 1291 firmarono il pulpito della chiesa di S. Maria ad Amaseno. Una cronologia "fino almeno ben dentro la seconda metà del XIII secolo" è stata proposta anche da A. Cadei (1980), il quale però ipotizza un coinvolgimento di maestranze di origine campana e cultura federiciana. In seguito a indagini archeologiche condotte nell'area del chiostro e del refettorio, in occasione di campagne di restauro effettuate a partire dal 1994, sono emersi una serie di elementi che hanno portato a nuove riflessioni sulle fasi costruttive dell'abbazia, tendenti a posticipare l'intervento sul braccio meridionale fino a superare la soglia del Trecento, come proposto da M. Righetti (2002) che per ragioni tecnico-strutturali legate alle diverse fasi di copertura del chiostro ha visto nella realizzazione dell'affresco rinvenuto nel braccio settentrionale, una "Madonna con Bambino" del nono decennio del Duecento, un termine post quem per la costruzione delle volte che andarono ad occultare il dipinto stesso. Una datazione agli inizi del XIV secolo secondo la studiosa sarebbe confermata anche dall'analisi stilistica della scultura architettonica, soprattutto guardando alla prima quadrifora ad ovest dove la struttura e la decorazione delle colonnine, delle basi e dei capitelli, caratterizzate da soluzioni variate e fantasiose, rimanderebbero a un ambito culturale non esclusivamente cistercense, forse riconducibile a maestranze locali che, formatesi nel corso del XIII secolo nel "cantiere scuola" di Fossanova, vi sarebbero tornate all'inizio del secolo successivo, introducendo novità formali nate dall'incontro sul territorio con altri linguaggi, in questo caso probabilmente di matrice campana. Sulla questione è intervenuta anche C. Mastroianni (2004) che preferisce tornare a una cronologia poco dopo la metà del XIII secolo, tra gli anni '60 e '80. Da quel momento infatti le fortune della comunità monastica cominciarono a declinare in un modo tale che, secondo la studiosa, sarebbe improbabile pensare ad una committenza prestigiosa ed economicamente impegnativa come quella della galleria sud: nel 1284 si apre un periodo infausto per l'abbazia pontina, cominciato con l'inquisizione dell'abate Pietro da Monte San Giovanni, proseguito con le notevoli difficoltà economiche di fine secolo, con i saccheggi del primo decennio del Trecento e poi sfociato con l'immancabile istituzione della commenda (1457). D'altro canto, proprio il confronto con una delle opere qualitativamente più alte dei lapicidi locali, il pulpito di Amaseno dei Gullimani di Priverno, porta la Mastroianni a elaborare un'ipotesi attributiva diversa per il chiostro di Fossanova. Certamente pregevole per la resa dell'elemento vegetale dei capitelli, con uccelli e testine umane, il pulpito resta tuttavia avulso dall'alta qualità plastica della scultura del braccio sud, sorprendente nella varietà tipologica che caratterizza i crochets dei capitelli, il disegno delle basi e delle colonnine (tortili, spezzate, a fiori, a punta di diamante, a sezione quadrata con lobi semicircolari angolari), che non trova termini di confronto nelle maestranze locali. Innegabile, invece, la totale derivazione dei capitelli del pulpito di Amaseno da quelli del chiostro fossanoviano, con brani di citazioni che ne testimoniano la loro dipendenza anche cronologica, recentemente ribadita da Manuela Gianandrea che nella data del 1291 vede un'ulteriore conferma quale termine ante quem per il chiostro pontino. Ragioni storiche, derivate soprattutto dai costanti rapporti dell'abbazia con le proprie filiazioni in Italia meridionale fin dalla fine del XII secolo, evidenze archeologiche (il ritrovamento di ceramiche e manufatti nell'area del chiostro e refettorio afferenti a tipiche produzioni meridionali) e, soprattutto, considerazioni stilistiche e formali, dettate da puntuali riscontri con la scultura architettonica di cultura federiciana in Sicilia e in Puglia, hanno indotto la Mastroianni ad attribuire il braccio meridionale del chiostro a maestranze di cultura sveva e angioina provenienti dal Regno di Sicilia.
quattro coppie di colonnine binate sorreggo tre archi ogivali a lancetta, sopracciliati da modanatura che ne ribadisce l'andamento e che termina alle estremità con due culot piramidali a goccia; in corrispondenza dell'imposta di ciascun arco sul rispettivo abaco compare una terminazione a punta di freccia, riproposta anche nel prospetto esterno visibile da giardino; la modanatura presenta piccole teste umane dai lineamenti caratterizzati e una testa di ariete a rilievo. Basi (composte da plinto, toro con espansione angolare delle quattro griffes, scozia e collarino): caratterizzate da una grande varietà di motivi incisi o a rilievo, geometrizzanti o fitomorfi, nei tori e da un'estrema eterogeneità delle griffes, giocate sul motivo vegetale a foglia, talvolta con forme diverse anche all'interno della stessa base di colonna. Fusti: a sezione circolare, listi o con variazioni sulla tipologia tortile (tortiglione con scanalature multiple, sottili e fitte, meno folte e più plastiche, con fusi attorcigliati in modo fluido). Capitelli a crochets con due ordini di foglie, presentano varianti sul tema: crochets a sferula, a farfalla, a doppio crochets, con foglie "a gambo di sedano", a palmetta, ad acanto spinoso.
Data di creazione:
1240 - 1280, sec. XIII; 1240 - 1280
Materia e tecnica:
pietra/ scultura
Estensione:
altezza: m 2.45; larghezza: m 2.76; altro: m colonnina: MISA cm 124; capitello: MISA cm 23 ca.
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Oggetti digitali
Indirizzo: Abbazia di Fossanova, via S. Tommaso d'Aquino, 1, FOSSANOVA, Priverno (LT) - chiostro, galleria meridionale, lato est
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 12-01221575
Identificatore: work_40473
Diritti
Diritti: Ministero per i beni e le attività culturali
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Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale