Il castello di Collegno con effetto di temporale
PAESAGGIO CON ARCHITETTURE
DIPINTO
Tipo:
Opere; DIPINTO; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Van Loo Jules-César Denis (1743 - 1821)
Il dipinto fa parte di un gruppo di cinque vedute raffiguranti siti reali e scorci dei dintorni di Torino commissionate tra il 1792 e il 1794 da Vittorio Amedeo III al pittore Jules César Denis Van Loo, figlio di Carlo Andrea Van Loo e Cristina Somis, in sosta nella capitale sabauda durante il suo viaggio di ritorno da Roma - dove risiedeva dal 1767 - a Parigi, e oggi conservate tutte in Galleria Sabauda (A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, vol. II, Torino 1966, pp. 632-633). Il dipinto è documentato da un pagamento del 1793 nei Conti di Tesoreria della Real Casa: "1793. - It. (Al pittore in paesaggi Cesare Vanloo), per due quadri da S. M. graditi, uno rappresentante il palazzo della Venaria Reale, e l'altro il ponte di Collegno, colle rispettive cornici dorate; L. 1000" (A. Baudi di Vesme, I Van Loo in Piemonte, in "Archivio Storico dell'Arte", anno VI, 1893, p. 357).||Documentato dagli inventari napoleonici, dal 1805, negli appartamenti degli archivi in Palazzo Reale (P. Astrua, Le scelte programmatiche di Vittorio Amedeo duca di Savoia e re di Sardegna, in S. Pinto, a cura di, Arte di corte a Torino da Carlo Emanuele III a Carlo Felice, Torino 1987, p. 100), il quadro non è registrato nè nell'inventario topografico di Palazzo Reale fatto redigere da Carlo Felice nel 1822 nè in un secondo inventario ordinato per scuole, senza data, ma compilato negli stessi anni. Viene successivemente citato negli inventari della Reale Galleria del 1851 e del 1853 quando risulta esposto nella sala n. 17 di Palazzo Madama, prima sede del museo (fol. 19, n. d'ordine 529). Nella medesima collocazione lo segnalano i cataloghi redatti da Carlo Benna (Catalogue des tableaux, bas-reliefs et statues des diverses écoles exposés dans la Galerie Royale de Turin, Torino 1857, p. 87, n. 529) e da J. M. Callery, che giudica "tableaux médiocres" tutte le cinque vedute del Van Loo: "(...) il y a dans tous une exagération et une recherche qui depassent le but. Ce sont des raretés, voilà tout" (La Galerie Royale de Peinture de Turin, Torino 1859, p. 266, n. 529).||Nell'inventario del 1866 e nel successivo catalogo redatto dall'allora direttore Francesco Gamba nel 1884 (Guida od indicazione sommaria dei quadri e capi d'arte della R. Pinacoteca di Torino, Torino 1884, p. 111, n. 500) la tela risulta esposta nella Quindicesima Sala (dedicata ai pittori francesi) al secondo piano del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, dove la Galleria era stata trasferita dal 1865. Il catalogo del 1899 la dice allestita nella sala tredicesima insieme ad altre opere di scuola francese (A. Baudi di Vesme, Catalogo della Regia Pinacoteca di Torino, Torino 1899, p. 105, n. 358).||La critica ha da più parti sottolineato come le cinque vedute della Galleria Sabauda rivelino una concezione protoromantica del paesaggio, nata dalla sintesi tra l'autorevole tradizione del paesaggismo seicentesco di matrice classicista (Claude Lorrain, Nicolas Poussin) e il moderno interesse per la realtà topografica dei luoghi e per la descrizione analitica dei fenomeni atmosferici mutuato dalle opere del francese Joseph Vernet (1714 - 1789); si tratta di una nuova visione della natura in accordo con il vedutismo di Pietro Giacomo Palmieri e di Giuseppe Pietro Bagetti, la quale avrà grande influenza sulla generazione dei paesaggisti piemontesi della prima metà del'800, da Giovanni Battista De Gubernatis a Francesco Gonin (F. Dalmasso, Aspetti della pittura in Piemonte tra Sette-Ottocento, in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", serie III, vol. V, 1, Pisa 1975, pp. 241-243 e il più recente La cultura artistica da Vittorio Amedeo III a Carlo Emanuele IV, in G. Ricuperati, a cura di, Storia di Torino, vol. V: Dalla città razionale alla crisi dello Stato d'Antico Regime (1730-1798), Torino 2002, pp. 796-797; R. Maggio Serra, voce Jules-César-Denis van Loo, in E. Castelnuovo, M. Rosci, a cura di, Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, vol. III, p. 1493; P. Astrua, in S. Pinto, a cura di, 1987, pp. 99-100; M. P. Ruffino, voce Jules-César-Denis (detto César) van Loo, in P. Dragone, Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1800-1830, Torino 2002, p. 372; V. Natale, scheda n. XII.5, in Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra, Milano 2002, pp. 497-498; per una sintesi con bibliografia aggiornata si veda ora A. Cottino, voce Jules Cesar Denis Van Loo, in A. Ottani Cavina, E. Calbi, a cura di, La pittura di paesaggio in Italia. Il Settecento, Milano 2005, pp. 311-313). (continua in OSS)
Data di creazione:
1793 - 1793, sec. XVIII, fine; 1793
Soggetto:
PAESAGGIO CON ARCHITETTURE
Materia e tecnica:
OLIO SU TELA
Estensione:
altezza: cm 83; larghezza: cm 120; altro: cm misure con cornice: 104 x 140 x 8 cm
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Palazzo dell'Accademia delle Scienze, Via Accademia delle Scienze, 6, Torino (TO) - terzo settore delle collezioni dinastiche: da Carlo Emanuele III a Carlo Felice,inv. 497 (1952)
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 01-00217086
In: Dipinti
Identificatore: work_27996
Diritti
Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Detentore dei diritti: proprietà Stato
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale