pala
Tipo:
Opere; pala; Oggetto fisico
Categoria:
Beni materiali della tradizione e del folklore
Autore:
l'oggetto si inserisce nel ciclo della lavorazione del lino. Dopo la battitura del lino si procedeva alla pulitura della semenza dalle impurità. Il linaiolo rimestava il lino battuto con la pala e poi sollevava in aria controvento, #ventudiare#, separando cosi le scorie dai semi che venivano raccolti. Seccato e separatene la semenza il lino veniva depositato nei maceri, #vurga#, precedentemente preparati. Questi erano delle vasche scavate nel terreno nelle vicinanaze di un canale di irrigazione, #acquaru#, e avevano due aperture per il flusso e il deflusso delle acque. I fasci di lino venivano lasciati a macerare, per due o tre giorni. L'acqua usata nella vurga era velenosa ed era proibito rincanalarna. Quando qualcuno si lamentava per un malessere diffuso era il detto: #un tè spagnâre cò un muori, para cà ta vippitu acqua e dinu#, che significa: non aver paura che non muori, non hai bevuto acqua di lino
oggetto costituito da un unico pezzo di legno con manico, #mânicu#, che si svasa appiattendosi in una estremità formando il piano della pala
Materia e tecnica:
legno
Estensione:
larghezza: cm. 23.5; lunghezza: cm. 137
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Museo Demologico dell'Economia, del Lavoro e della Storia Sociale Silana, Via Monastero, San Giovanni in Fiore (CS) - ciclo della lavorazione del lino, della ginestra e della lana,inv. 181 (1982)
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd BDM: 18-00141649
In: Etnografico
Identificatore: work_39680
Diritti
Diritti: Comune di San Giovanni in Fiore
Detentore dei diritti: proprietà Ente pubblico territoriale
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale