Polittico di San Luca
Tipo:
Opere; polittico; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Il Polittico di San Luca fu commissionato dall'abate Sigismondo de' Folperti da Pavia, benedettino col nome di Mauro, ad Andrea Mantegna con un contratto di allogazione datato 10 agosto del 1453. Nei mesi successivi il pittore portava avanti il lavoro e il 18 novembre del 1454 egli si impegnava a dorare la cornice, eseguita da un certo maestro Guglielmo, e a consegnarla entro il Natale successivo o, alla peggio, per la Pasqua del 1455, finendo poi per obbligarsi a concludere per l'Epifania. L'ultimo pagamento per la doratura della cornice è a nome di un certo Guzon (Uguccione da Vicenza? cfr. Sartori, 1976: costui è documentato a Padova come doratore) il 19 febbraio 1455. La cornice originale doveva essere gotica con campi azzurri nei trafori simile si suppone a quella del Polittico di Arzignano o a quella dello Squarcione ora al Museo Civico di Padova. La De Nicolò Salmazo ritiene tuttavia che questa poteva essere "più moderna di quanto si immagini", senza ulteriori precisazioni. Il complesso era destinato a completare la decorazione della Cappella di San Luca, l'ultima a sinistra del vecchio edificio basilicale di Santa Giustina, chiesa appartenente all'Ordine Domenicano, riformato da Pietro Barbo sin dal 1436. I Santi presentati dal polittico sono legatissimi alla storia e alle vicende della Basilica e tutti sono presenti nella "Passio beate Iustine virginis, vita Sancti Prosdocimi, legende sanctorum monasteri Sancte Iustine (cfr. De nicolò Salmazo, (1982) 1983, p. 444; e Lightbown, 1986, pp. 401-402). La scelta dei santi spetta indubbiamente al committente e ai suoi consiglieri cui si attribuisce la responsabilità, ancora largamente condivisa dalla critica, relativa alla scelta dell'antiquata cornice (Mantz, 1886). Non è affatto certo che Mantegna, lasciato libero di decidere, avrebbe scelto tuttavia una cornice moderna: in quegli anni in città la ricca e fiammeggiante cornice gotico-fiorita è ancora la forma più diffusa (polittico di San Pietro, 1447, quello di Praglia, 1448; di San Francesco, 1452; e infine il polittico De Lazara ad opera dello Squarcione, 1449/52). Sembra superfluo ricordare che l'odierna cornice non è più quella originaria, essendo quella distrutta, secondo la tradizione dal fulmine che colpì la Basilica nel corso di un violentissimo fortunale del Venerdì Santo del 1749; il "fulmine fece sparire tutto l'oro, e lasciò intatte la pittura" (Moschini, 1826, p. 36). Tuttavia nessuna traccia di tale evento è stata verificata nel corso dell'ultimo restauro; nè sembra possibile imputare a quell'incidente la scomparsa della cornice, non si sa quando avvenuta. Infine per quanto riguarda la firma già lo Scardeone (1560) raffermava che "nomen artificiose comprehenditur" mentre era del tutto illegibile nel 1795 al Brandolese e al Moschini (1826). Infine si ricorda al proposito degli spostamenti del polittico Mariani Canova (1980, pp. 47-48, 207-208).
Data di creazione:
1453 ca. - 1454 ca.; sec. XV; 1453 - 1454
Data:
1453-08-10
Soggetto:
San Luca scrive il vangelo e Santi
Materia e tecnica:
tavola/ pittura a tempera
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Pinacoteca di Brera, via Brera, 28 - Milano (MI), Italia, inv. Inv. Nap. 590 - proprietà Stato: Pinacoteca di Brera
Data di modifica: 1750; 1888
Riferimenti
È riferito da: scheda ICCD OA: 0300180067-0
In: Collezione pittura dal XIV al XVII secolo
Identificatore: work_28795
Diritti
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale