CRISTO REDENTORE
statua
Tipo:
Opere; statua; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Statua devozionale. Il Cristo è nudo, in piedi, con perizoma chiaro legato in vita e ricadente sul davanti in un drappo. La figura ha lunghi capelli sciolti sulle spalle ed inclinala testa verso sinistra, con lo sguardo perso nel vuoto mentre spinge in avanti il ginocchio sinistro aprendo le mani verso l'osservatore.
L'opera era anticamente visibile presso la confraternita di San Lorenzo in di Santa Maria dei Servi e dovette rimanere a lungo nascosta perché non ne troviamo traccia per lungo tempo nella letteratura critica dopo il 1822 (cfr. Trenta). Nel momento in cui veniva restaurata ricevette il generico riferimento ad ignoto toscano e fu esposta a Villa Guinigi (cfr. Bertolini Campetti/ Monaco/ Meloni Trkulja 1968) come opera di Masseo Civitali. Tuttora la didascalia che l'accompagna nel Museo la riferisce a Masseo con un errore: gli estremi biografici riportati, 1436 - 1501, non sono quelli di Masseo bensì quelli di Matteo Civitali. Inoltre la data proposta per l'opera, la cui fonte non conosco, vale a dire il 1478, sarebbe inconciliabile con l'attività di Masseo che inizia a lavorare successivamente. Celebre intagliatore ed intarsiatore (si veda la tarsia conservata nel Museo inv. 168 o la bella porta centrale del Duomo di Lucca) Masseo Civitali è forse meno prolifico come scultore. Di lui ci rimane ad esempio l'altorilievo raffigurante il Transito della Madonna in San Frediano a Lucca. Sarebbe stato difficile dunque stabilire se questa bella statua raffigurante il Redentore fosse da riferire a Masseo o a suo zio, il più documentato Matteo se un documento ritrovato da Maurizia Tazartes (1987) non avesse con ogni probabilità permesso di risalire all'anno di esecuzione e all'artista. Nel 1487 infatti il pittore Vincenzo Frediani stima una Pietà Lignea eseguita da Matteo Civitali per la confraternita, cui lui stesso era iscritto, di San Lorenzo ai Servi. Indubbiamente il languido patetismo sotteso alla figura, esemplata forse su modelli pittorici, conferma l'identificazione giacché sembra avvicinarla alla fase matura di Matteo Civitali, in una sorta di approfondimento delle sperimentazioni condotte in tal senso negli anni '80 ad esempio nella statua marmorea di San Sebastiano collocata in una nicchia sul retro del tempietto del Volto Santo. Del resto già la Belli Barsali (1970, 1988) era propensa a riferire la statua a Matteo vista l'alta qualità. Effettivamente confrontando il Redentore col vicino Ecce Homo, inv. 171, attribuibile sicuramente a Matteo osserviamo analogie notevoli: le tipologie fisionomiche sono simili, peculiari per altro dell'artista che predilige tratti marcati come palpebre aggettanti e scanalature fra bocca e naso molto sottolineate. Del resto la posa languida rimanda al sopracitato San Sebastiano ma non esclude anche avvicinamenti con le statue eseguite per il Duomo di Genova nel X decennio del secolo. Proprio in merito a queste caratteristiche, che appunto spingono per una datazione sul finire dell'VIII decennio, siamo propensi, come del resto di recente conferma la Harms (1997), ad inserire l'opera nel corpus di Matteo e ad identificarla con quella segnalata dalla Tazartes.
Data di creazione:
sec. XV; 1487
Soggetto:
CRISTO REDENTORE
Personaggi: Cristo.
Materia e tecnica:
legno/ scultura
Estensione:
altezza: cm 174; larghezza: cm 91.2; altro: cm il raggio del basamento è di circa 31,5 cm; altro: cm 26
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Oggetti digitali
Indirizzo: Museo Nazionale di Villa Guinigi, Villa Guinigi, via della Quarquonia, Lucca (LU) - sala XIII, inv. 277 (1970)
Riferimenti
È riferito da: Scheda ICCD OA: 09-00523907
In: Museo Nazionale di Villa Guinigi
Identificatore: work_93672
Diritti
Detentore dei diritti: proprietà Ente pubblico territoriale, Deposito dei Reali Ospedali
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