pie donne al sepolcro (parete destra)
Tipo:
Opere; dipinto murale; Oggetto fisico
Categoria:
Pittura
Autore:
L'affresco della parete destra mostra le tre Marie che si recano al sepolcro, accolte dall'angelo annunciante la resurrezione di Cristo. L'episodio è inserito in un arioso paesaggio, vero ambiente in cui le figure sono immerse come suoi elementi. La scena è inquadrata da una notevole cornice architettonica. Nella parte superiore è posta una finta vetrata a due battenti. Sotto si apre l'arcata, profilata da una bordura classicheggiante con al centro un mascherone. Un gruppo di spericolati angioletti sospesi in aria regge il Sacro Lino, con la raffigurazione della Sindone. Più in basso a sinistra siede una figura femminile, da identificare nella Sibilla Cumana, come suggeritomi da A. Spiriti. Le scene dipinte sulla parete frontale si integrano con il superstite affresco quattrocentesco bergognonesco rappresentante l'Adorazione di Gesù Bambino. Ai lati della finestra due putti stanno in bilico sopra la trabeazione dipinta. Quello di sinistra regge un nastro al quale è appeso il finto quadro con la raffigurazione del Noli me tangere, ispirata a un'opera di medesimo soggetto dipinta dal pittore cortonista Ciro Ferri, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna (di questo dipinto vi è anche una copia nella Pinacoteca Civica di Pavia). Al di sotto, un trompe-l'oeil mostra una finta porta a cui è appoggiato uno spegni candele. Nello strombo della finestra sono dipinti monocromi con putti, mascheroni e simboli eucaristici quali il calice e un bacile d'acqua, allusione al sangue e all'acqua che sgorgarono dal costato di Cristo trafitto dalla lancia. Nel riquadro sotto la finestra è collocata la scena principale della parete con Cristo nell'orto degli ulivi, ambientata in un paesaggio naturale che digrada all'orizzonte. I riquadri figurati sono inseriti nelle cornici architettoniche attribuite a Francesco Villa, che tende a raccordare architettura finta e reale tramite volute, cornicioni e soprattutto l'espediente illusionistico della porta dipinta disposta simmetricamente rispetto a quella vera. Gli affreschi del Lanzani mostrano l'influenza del maestro Luigi Scaramuccia e della pittura emiliana del Reni e del Lanfranco, ma anche della pittura romana del Maratta, dimostrando la sensibilità del pittore alle novità del barocchetto: ne sono sintomi premonitori la stesura leggera del colore, le figure classicheggianti e allungate, i toni chiari del rosa, del giallo, del verde, del violetto. I profili da cammeo delle pie donne a sinistra sono ispirati a un dipinto di Antonio Francesco Peruzzini con San Pio che libera un'ossessa, eseguito per il Collegio Ghislieri di Roma nel 1673. Riguardo alla cronologia dei dipinti, diverse sono state le opinioni degli studiosi. Alcuni li collocavano tra il 1687 e il 1891, supponendo che l'apprendistato del pittore a Roma fosse avvenuto appena prima del 1687. Anche il Pesenti (1968), che spiegava le suggestioni romane presenti negli affreschi attraverso il contatto del Lanzani con lo Scaramuccia, proponeva una datazione tra il 1684 e il 1691. Secondo una testimonianza documentaria, la morte del presunto autore delle quadrature, Francesco Villa, sarebbe avvenuta nel 1672, data questa che costituirebbe un termine ante quem per gli affreschi del Lanzani e determinerebbe la collocazione dell'intervento in Certosa nella fase giovanile, prima del viaggio a Roma. Di recente, A. Spiriti (2008) ha tuttavia riportato la datazione al 1484-1487, ponendo l'impresa a cavallo del secondo viaggio romano dell'artista.
Data di creazione:
1684 - 1691; sec. XVII; 1684 - 1691
Soggetto:
pie donne al sepolcro (parete destra)
Materia e tecnica:
intonaco/ pittura a fresco
Estensione:
altezza: cm 640; larghezza: cm 508
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
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Oggetti digitali
Indirizzo: viale Monumento, 4 - Certosa di Pavia (PV), Italia - proprietà Stato: Demanio
Riferimenti
È riferito da: scheda ICCD OA: 0300702312-0
In: Cappelle
Identificatore: work_85495
Diritti
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