Sant'Ambrogio rifiuta l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio (parete sinistra)
Tipo:
Opere; dipinto murale; Oggetto fisico
Categoria:
Pittura
Autore:
Gli affreschi, dipinti da Carlo Cane nel 1661 sulle pareti della sesta cappella di sinistra, rappresentano due episodi della vita di Sant'Ambrogio, a cui è dedicata la cappella. Il riquadro sotto la finestra rappresenta un episodio risalente all'infanzia del Santo, quando questi ancora nella culla venne visitato da uno sciame di api che si posarono sulla sua bocca a indicare l'eloquenza e l'abilità oratoria che avrebbe acquisito da adulto. La fantesca seduta a fianco della culla cerca invano di scacciare gli insetti agitando una pezza bianca. Gli altri due personaggi sono verosimilmente la madre e il padre di Ambrogio. La prima alza la mano come a fermare la domestica, mentre il secondo indica stupito l'evento miracoloso. I due monocromi su piedistallo ai lati del riquadro rappresentano i Santi martiri Gervasio e Protasio, raffigurati anche nella pala bergognonesca che orna l'altare della cappella (lo stesso vale per il monocromo sulla controfacciata della cappella, con Santa Marcellina, anch'essa presente nella pala). Sopra i santi martiri, all'altezza della finestra, due angeli reggono altrettanti attributi di Sant'Ambrogio, il calice e lo scudo. Altri due emblemi si ritrovano nei monocromi sulla parete destra, ai lati dell'altare: una brocca liturgica con la scritta "in honorem" e lo specchio ustorio con l'iscrizione "acceptum reddo". L'intera cappella è dunque pervasa dai simboli del Santo dedicatario, come avviene anche nelle altre cappelle (A. Spiriti, comunicazione orale). La scena dipinta sulla parete sinistra rappresenta invece Sant'Ambrogio che impedisce all'imperatore romano Teodosio I di entrare in chiesa. Il gesto del Santo, che pone una mano sul petto del sovrano allontanandolo, è particolarmente eloquente. Il suo coraggio è sottolineato dall'iscrizione sul cartiglio in alto ("impavidus pastor"). Le insegne pastorali sono rappresentate ai lati del riquadro: due angioletti reggono rispettivamente la mitria (a sinistra) e il pallio (a destra). Secondo la testimonianza del priore della Certosa Matteo Valerio, le quadrature sarebbero state eseguite nel 1660 dal Crena (o Carenna), di cui però non si hanno ulteriori notizie. Secondo A. Spiriti (2008), le figure finto-bronzee, gli scorci, le edicole sopra le porte, i finti rilievi a girari e i festoni si devono a Antonio Busca, autore degli affreschi della cappella di San Siro (quinta a destra). Le decorazioni rivelano tuttavia una certa meccanicità che fa supporre un possibile intervento da parte di Francesco Villa o di altri aiuti, come Marcantonio Pozzi (nipote di Giovanni Battista) e i Marliani. Lo stesso studioso ha individuato i temi raffigurati nelle edicole monocrome della parete sinistra. In quella di sinistra, si legge "irrite undique conatu", sotto vi è dipinta una torre costruita su una roccia che viene sferzata dai venti ma resiste alle intemperie, a significare la forza con cui la chiesa si oppone a qualsiasi attacco. A destra, sopra le fronde di un albero attorno a cui vola uno sciame di api (che ricorrono anche nell'episodio dipinto sotto la finestra), si legge "operosae non onerosae".
Data di creazione:
1661; sec. XVII; 1661
Soggetto:
Sant'Ambrogio rifiuta l'ingresso in chiesa all'imperatore Teodosio (parete sinistra)
Materia e tecnica:
intonaco/ pittura a fresco
Estensione:
altezza: cm 640; larghezza: cm 508
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Oggetti digitali
Indirizzo: viale Monumento, 4 - Certosa di Pavia (PV), Italia - proprietà Stato: Demanio
Riferimenti
È riferito da: scheda ICCD OA: 0300702305-0
In: Cappelle
Identificatore: work_85488
Diritti
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