Auriga di Mozia
Statua
Tipo:
Opere; Statua; Oggetto fisico
La fisionomia del volto e la capigliatura sono tipiche dello Stile Severo e trovano confronti con le sculture del Tempio E di Selinunte (C. Marconi ) e con l’ambiente artistico della Magna Grecia con particolare riferimento all’officina di Pitagora di Reggio (J. Frel, E. De Miro). Di recente è stato proposto anche l’attribuzione ad uno scultore greco o ad un officina vicina al Maestro di Olimpia (N.Chr. Stampolidis).Sulla base di tali considerazioni stilistiche la datazione dell’opera oscilla all’interno del V secolo a.C.: secondo quarto del V secolo a.C. (datazione condivisa da molti studiosi); seconda metà del V sec. a.C. (sostenuta da P. E. Arias, A. Di Vita, B. Sismondo Ridgway etc.); fine del V sec.a.C. Alcuni studiosi l’hanno datata perfino in età ellenistica (P. Zancani Montuoro, B. Holtzmann). Problematica è la sua identificazione, oggetto di numerosi saggi della letteratura archeologica. Plausibilmente rappresenta un auriga, cioè un atleta vincitore nella corsa con il carro, o comunque un atleta vittorioso, secondo quanto ritiene la maggior parte degli studiosi (P. E. Arias, E. La Rocca, G. Rizza, V. Tusa, C. Odo Pavese). Altre ipotesi comunque sono state avanzate; la particolare veste secondo alcuni ricondurrebbe ad un sufeta, magistrato punico; è stato anche proposta l’identificazione con il mitico Dedalo (Stucchi) ; per altri sarebbe invece il dio punico Melqart, corrispondente all’Eracle dei Greci. Incerto è il luogo di produzione. Sembra plausibile che artistici greci abbiano realizzato il capolavoro in una città greca della Sicilia (Selinunte o Agrigento). Difficile stabilire inoltre se l’opera sia stata realizzata su committenza di un ricco cittadino di Mozia, o sia stata portata nell’isola come bottino di guerra in seguito alla distruzione, ad opera dei Cartaginesi, di una delle colonie greche di Sicilia. Per Odo Pavese la scultura faceva parte del monumento eretto per la vittoria della quadriga, guidata dall’auriga Nikomakos, conseguita dal tiranno di Agrigento Terone nella 76ª Olimpiade (476 a.C.). Tale evento è commemorato nella II e III Olimpica di Pindaro.
Data di creazione:
470 a.C. - 450 a.C., Sec. V a.C.; 470 a.C. - 450 a.C.
Materia e tecnica:
Marmo bianco cristallino/scalpellatura/levigatura/ a trapano/ pittura
Estensione:
altezza: cm 181; profondita': cm 43; altro: cm Circonferenza bacino 109
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Oggetti digitali
Indirizzo: Museo Archeologico della Fondazione Giuseppe Whitaker, Mozia, Marsala (TP), Sicilia - Piano terra,inv. IG 4310
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd RA: 19-00349784
In: Collezione archeologica Giuseppe Whitaker
Identificatore: work_68709
Diritti
Diritti: Regione Sicilia
Detentore dei diritti: Proprietà Ente pubblico territoriale
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