Amore-Attis
putto alato
statua
Tipo:
Opere; statua; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
L'opera è rammentata per la prima volta dal Vasari in casa di Agnolo Doni, con l'esatta attribuzione a Donatello e una identificazione con Mercurio fanciullo: è infatti descritta come "un Mercurio di metallo di Donato, alto un braccio e mezzo, tutto tondo e vestito in un certo modo bizzarro". Ricordato successivamente dal Cinelli nel 1677, sempre in casa Doni, il bronzo dallo stesso fu ritenuto opera antica. Nel Seicento la statua è riconoscibile in quella descritta negli inventari del Palazzo Doni in corso dei Tintori, come collocata in salotto sopra il camino e identificata stranamente con Lucifero (Caglioti in Ritorno Amore); uno dei suoi proprietari seicenteschi, il colto Giovanni Battista Doni, rimase incuriosito dalla strana iconografia del putto e richiese pareri a letterati e antiquari romani, tra i quali Luca Holstenio e Giovan Pietro Bellori, e per la prima volta emerge l'accostamento con la figura di Attis. Nel XVIII secolo l'allora proprietario, Pietro Bono Doni, decise di vendere la statua che fu acquistata per 600 scudi dalle Gallerie fiorentine con una trattativa seguita da Giuseppe Pelli Bencivenni e venne esposta agli Uffizi il 25 giugno 1778. Si pose il problema di datare, attribuire e identificare l'opera conosciuta come "Idolo antico", il Pelli Bencivenni ne diffuse un disegno fra i maggiori studiosi (disegno realizzato da Francesco Marchissi). Il Lanzi, il quale all'epoca soggiornava a Roma, si consultò con vari esperti fra cui Ennio Quirino Visconti e il Maffei, giungendo dapprima alla conclusione che si trattasse di opera antica una divinità panica, forse Bacco. Successivamente modificò il suo parere orientandosi verso una datazione moderna per approdare infine ad accogliere l'attribuzione vasariana a Donatello (1782). Tale attribuzione è stata accolta dalla quasi unanimità della critica successiva e il bronzo è stato datato fra il 1430 e il 1440 per l'affinità con le opere di questi anni, influenzate fortemente dalla conoscenza della scultura antica approfondita nel viaggio romano conclusosi nel 1433. Il Caglioti, nel suo recente saggio (Ritorno Amore) restringe la datazione al 1436-1438 per gli stringenti confronti con gli Spiritelli per la cantoria di Luca (ora al Museo Jacquemart André). Il problema più discusso è stato quello dell'identificazione, il bronzo è stato interpretato nei modi più vari. Ne ricordiamo alcuni dei più significativi: come Cupido o Mercurio (Muntz), Atys, notando relazioni iconografiche con una statua antica del Louvre (Meier), un faunetto (Venturi). Recentemente lo Scalini ha interpretato la figura come l'"Amore coniugale trionfante sulla terra e sull'acqua" e, collegandolo ad una base marmorea conservata a Londra (Victoria and Albert Museum), l'ha ritenuto coronamento di una fontana eseguita per il matrimonio avvenuto nel 1466 fra Giovanni Rucellai e Nannina de' Medici. L'identificazione con Attys, figlio di Cibele, è accolta favorevolmente per le analogie iconografiche con la rappresentazione tipica di questa figura (in particolare le lunghe brache che lasciano il sesso scoperto) anche recentemente da Paolozzi Strozzi (Ritorno Amore). la studiosa tuttavia non scarta l'ipotesi che lo spiritello, figura per metà angelica e per metà demoniaca, racchiuda altri significati. Le capsule di papavero, simbolo del sonno, ma anche figura araldica della famiglia Bartolini Salimbeni, ha fatto supporre come possibile una committenza da parte di questa famiglia, che tuttavia rimane tutta da definire. Il Caglioti nota che sicuramente la statua non potè essere commissionata dalla famiglia Doni, che le fonti conosciute indicano come la più antica proprietaria: questo per il semplice fatto che all'epoca della realizzazione del bronzo, la famiglia non aveva le possibilità finanziarie e ideali per una commissione di così alto livello. Non sappiamo tuttavia come la scultura sia giunta nelle mani dei Doni. Recentemente (2001-2005) è stata sottoposta ad un meticoloso restauro che ha riportato in luce la patinatura antica, le diverse cromie (nelle ali rispetto al corpo) e le lumeggiature in oro.
Data di creazione:
1436 - 1438, sec. XV, secondo quarto; 1436 - 1438
Soggetto:
putto alato
Soggetti profani. Figure: putto-spiritello. Abbigliamento: brache; cinturone in cuoio; Sandali. Oggetti: nastri; fiore. Animali: serpe. Simboli: (sonno) capsule di papavero.
Materia e tecnica:
bronzo/ fusione a cera persa/ cesellatura/ doratura/ patinatura
Estensione:
altezza: cm 104; larghezza: cm 55
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Palazzo del Bargello o del Podestà già del Capitano del Popolo, v del Proconsolo, 4, Firenze (FI) - primo piano, sala di Donatello,inv. Inventario Bargello Bronzi n. 448 (1879)
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 09-00006743
In: Capolavori del Museo Nazionale del Bargello
Identificatore: work_63983
Diritti
Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Detentore dei diritti: proprietà Stato
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale