Tetramorfo e San Paolo
gruppo scultoreo
Tipo:
Opere; gruppo scultoreo; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Gruppo scultoreo.
Portato in Camposanto poco prima del 1816 (non compare in Inventario 1815) fu collocato nella galleria Sud, sotto l'affresco della "Tebaide", nel tratto terminale della collezione, a destra dell'antico ingresso (dove in precedenza c'era la lastra di Bonamico [09/00235588]); posto sopra un tronco di colonna di granito, faceva gruppo con un sottostante capitello-mortaio [09/00235620]. Con la risistemazione di questo tratto della galleria Sud ( 1906-09), il gruppo venne smembrato e il reggileggio, da solo, venne collocato, sopra una piccola base sagomata, nella galleria Nord, sotto l'affresco della "Maledizione di Cam", insieme agli altri reggileggio romanici [09 /00235589, 09/00235590] e [09/00235591] ed il David [09/00235587], subito dopo il paliotto di Bonamico [09/00235588]. Con l'istituzione del Museo de ll'Opera (1935), l'opera fu esposta nella Sala del Grifo (CARLI 1935a). Ne l dopoguerra, l'opera ritorna nel Camposanto, dapprima, provvisoriamente, nella posizione ante 1935 (FELICI 1963) e, quindi, nella parete di fondo del Salone degli Affreschi (TCI 1959). Nel 1985, l'opera è stata trasferita nel Museo Nazionale di S. Matteo. Lasinio prese quest'opera, insieme ad altri pezzi antichi, dalla chiesa di S. Lazzaro extramoenia, di proprietà de i Canonici della Cattedrale, demolita e ricostruita intorno al 1638 (TOLAI NI 1979). Questo reggileggio, collocato a chiusura della collezione presso l'antico ingresso, assunse un valore paradigmatico nell'esposizione studiata da Lasinio; fu esposto insieme all'acquasantiera/mortaio [09/00235620] e tra le due opere il conservatore volle inserire un rocco di marmo con un 'iscrizione ("Ultimus morientis et primus resurgentis artis gradus"), suggerita molto probabilmente da Sebastiano Ciampi. L'opera si presenta in cattive condizioni di conservazione, con la superficie erosa e scheggiata e con evidenti perdite alla base e alla fronte della figura umana e del toro. Il reggileggio si presenta nella composizione del Tetramorfo, canonica nei pulpiti della Toscana occidentale del XII secolo (per cui vedi [09/0023558 9, 09/00235590]) ma mostra una stranezza perché, al centro, al posto dell'angelo di Matteo, si vede una figura barbata, con il libro ma senza ali spiegate, da identificare, ipoteticamente nell'apostolo Paolo. Per quanto riguarda l'anomalia iconografica del caso in esame, siamo di fronte o ad un'incomprensione del modello del Tetramorfo o, più probabilmente, alla volontà di eseguire una sorta di rappresentazione compendiata dei due reggilegg io canonici (come sono quelli da S. Paolo all'Orto in mostra [09/00235589, 09/00235590]) fondendo i due simboli evangelici laterali dell'uno con il S . Paolo al centro dell'altro (per l'origine della composizione, vedi [09/0 0235589, 09/00235590]). Il reggileggio in esame si presenta con la base e d il retro che andavano incassati nella piattaforma e tra le lastre istoriate del pulpito, con gli animali laterali interamente a vista. Caratteristica precipua di quest'opera è che essa non ha parti in aggetto ma risulta tutta scolpita, quasi disegnata, entro un parallelepipedo, con i tre corpi dal profilo estremamente piatto (si vedano le teste degli animali che non aggettano ma restano incassate nel blocco). Questa scelta determina anche le tipologie dei singoli elementi; così le ali e le zampe sono disegnate con un lievissimo aggetto; la criniera del leone, solo incisa, viene mossa con i fori del trapano; manca il senso della profondità nella zampa e nelle mani che reggono il libro. Le due teste animali sono estremamente quadra te ed inscritte anch'esse in un parallelepipedo (specie quella del leone). Semplificato anche il panneggio della lunga veste di S. Paolo, dal nodoso e piatto orlo inferiore, caratterizzata da solchi larghi e paralleli (lungo una striscia centrale e sul busto) e con larghe fasce segnate solo con sporadiche linee incise, a 'v' o a cerchio. Si noti, infine, che i tre libri presentano incassi per pietre policrome (cadute) ad imitazione delle ricche coperte dei codici. à difficile individuare l'ambito crono-stilistico del reggileggio, perché presenta soluzioni non univoche: da un parte, lo s cultore rivela modi plastici, vicini alle maestranze del primo Duecento, nel panneggio dalle pieghe ampie e non eseguite con minuzia; dall'altra, mostra l'adesione alla produzione pisana della seconda metà del secolo XII, nelle tipologie facciali dei due animali, caratterizzate da un marcato e puntuale disegno delle linee del volto (specie nel leone) e di altre parti del corpo (le costole del toro o le zampe), come nell'uso decorativo del trapano lasciato spesso a vista. (continua in OSS)
Data di creazione:
secc. XII/ XIII; 1190 - 1210
Soggetto:
Tetramorfo e San Paolo
Materia e tecnica:
marmo bianco
Estensione:
altezza: cm 80; larghezza: cm 32; profondita': cm 34
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Museo Nazionale di S. Matteo, Museo Nazionale di S. Matteo, Lungarno Mediceo, Pisa (PI) - depositi, inv.
Riferimenti
È riferito da: Scheda ICCD OA: 09-00235593
In: Museo Nazionale di San Matteo
Identificatore: work_57255
Diritti
Detentore dei diritti: proprietà privata, Opera del Duomo
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale