Tipo:
Opere; rosone; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Il grande rosone che si apre sopra il portale maggiore, tra i due pilastri squadrati che delimitano la facciata, venne realizzato durante la fase di "ristrutturazione federiciana" dell'abbazia, nel corso del terzo decennio del XIII secolo, conferendo maestosità alla parete e una maggiore illuminazione all'interno della chiesa. Al di sopra di esso, vicino alla cornice marcapiano, si può ancora notare un frammento di quello che probabilmente era stato il precedente e più piccolo rosone dismesso, di cui riconosciamo alcune parti originarie degli occhielli, forse appositamente lasciato come ulteriore fonte di luce e motivo decorativo. Il diverso tipo di materiale lapideo dell'attuale rosone e il colore, leggermente più scuro nel trattamento rispetto alla cortina muraria, con la quale crea un raffinato contrappunto cromatico, fornisce un'ulteriore conferma del suo successivo inserimento in facciata. La letteratura critica che si è occupata di Fossanova ha formulato diverse ipotesi circa le fasi edilizie del complesso abbaziale, partendo però da una comune acquisizione di dati storici in base ai quali papa Innocenzo II (1130-1143), riconoscente dell'appoggio avuto dall'Ordine di Cîteaux nella sua lotta contro l'antipapa Anacleto II (1130-1138), entro la metà del XII secolo (presumibilmente intorno al 1135), affidò ai cistercensi il monastero di S. Stefano di Fossanova, precedentemente fondato dai benedettini sui resti di un'antica villa romana. Solo diversi anni dopo il loro insediamento i monaci bianchi iniziarono la ricostruzione dell'abbazia secondo i canoni previsti dal proprio ordine, probabilmente intorno al 1170, quando venne nominato abate di Fossanova Goffredo d'Auxerre, già segretario di S. Bernardo e abate di Clairvaux. I lavori si protrassero lungamente e a più riprese, incrementati da ricche donazioni in denaro elargite da pontefici e imperatori, quali Federico Barbarossa, papa Innocenzo III e Federico II di Svevia, e dalla nobiltà locale come, probabilmente, la famiglia dei De Ceccano. Sono ormai superate le ipotesi che il complesso abbaziale sia stato eseguito senza interruzioni entro il 1208 e che la costruzione della chiesa sia iniziata, come voleva A. Serafini (1924, pp. 283-287), dalla facciata. Studi successivi hanno chiarito come all'impostazione del presbiterio, con le cappelle del coro e il transetto, sia seguita una lunga interruzione e un cambio di progetto (cfr. R. Wagner-Rieger, 1956-1957, II, p. 44). In particolare A. Cadei (1980, pp. 208-215), restituendo le fasi edilizie del complesso, ipotizza che entro il 1208, data della consacrazione da parte del pontefice Innocenzo III, siano stati realizzati il refettorio, la foresteria, la sala capitolare nel suo aspetto originario e la chiesa, fatta eccezione per il portale. Secondo lo studioso, infatti, è dopo il 1208 che sarebbe stato avviato un progetto di abbellimento architettonico che coinvolse la facciata della chiesa, la sala capitolare, il lato occidentale del refettorio con la costruzione del pulpito, l'edicola della fontana e il lato meridionale del chiostro, realizzato tra XIII e XIV secolo. Per gli interventi in facciata, in particolare per il portale, Cadei ha ipotizzato il coinvolgimento di maestranze di origine campana e ha associato questa fase decorativa alla committenza dell'imperatore Federico II, ospite a Casamari nel 1222.
ampio, composto di ventiquattro colonnine disposte a raggiera, che sorreggono archetti a sesto acuto.
Data di creazione:
1222 - 1222, sec. XIII; 1222
Materia e tecnica:
pietra/ scultura
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Oggetti digitali
Indirizzo: Chiesa di S. Maria, via S. Tommaso d'Aquino, 1, FOSSANOVA, Priverno (LT) - facciata
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 12-01221457
Identificatore: work_40493
Diritti
Diritti: Ministero per i beni e le attività culturali
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