Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli
dipinto
Tipo:
Opere; dipinto; Oggetto fisico
Categoria:
Opere d'arte visiva
Autore:
Maestro di Verucchio (notizie prima metà sec. XIV)
Da un cartellino settecentesco apposto sul retro del dipinto si ricavano alcune notizie circa precedenti ubicazioni. L'opera proveniva dalla chiesa bolognese di Mezzaratta, veniva utilizzata come tavoletta consolatoria per i condannati a morte (molto probabilmente la grave lacuna che si trova alla base della tavola si deve all'inserimento di un manico che ha trasformato il dipinto originario). Il dipinto, pervenuto ai frati dell'Osservanza da una donna della famiglia Baretti, che abitava sopra l'oratorio della Madonna dei Denti antistante la chiesa di Mezzaratta, venne donato nel 1723 al dottor Carlo Antonio Macchiavelli. Fin qui le notizie ricavate dal cartellino. La tavola ricompare nel 1810 tra le collezioni della Pinacoteca perugina. Fin da quando per primo Corbara (1948, p.154) riconobbe numerose affinità stilistiche, iconografiche e tecniche tra la tavoletta di Perugia ed un'altra conservata a Zurigo (Kunsthaus) raffigurante la Crocifissione, tutta la critica successiva ha accettato l'ipotesi che si trattasse di un dittico. In seguito al recente restauro Cicinelli (1988, pp.97-101), però , non riscontrando segni di cerniere, ritiene inverosimile la possibilità che le due immagini costituissero un dittico. Dello stesso avviso appaiono anche Boskovits (1993, pp.164, n.52) e Benati (1994, p.158) che ribadisco no comunque l'identica destinazione dei due dipinti. Quest'ultimo ha messo in dubbio che la funzione originale del dipinto fosse quella "consolatoria", sebbene sia il tema dell'Ascensione della Maddalena che quello della Cocifissione possano essere interpretati come riflessione sul mistero della salvazione, della conversione e dell'espiazione dei peccati. Benati ipotizza che le due tavolette facessero parte della dote di una facoltosa monaca, probabilmente originaria di Bologna, come si deduce dalla presenza dei santi protettori Francesco, Domenico e il vescovo Petronio (o Ambrogio ?) . La critica si trova ancora oggi divisa sull'attribuzione dell'opera a Francesco da Rimini o al cosiddetto Maestro di Verucchio. L'inserimento nel catalogo dell'autore degli affreschi del refettorio di san Francesco a Bologna spetta per primo al Salmi (1932, pp.255, 257-258), seguito poi da molti studiosi tra cui il Boskovits, che aggiunse al catalogo dell'artista anche tutta una serie di opere. Zeri (1958, p.52) e Benati (1994, pp.159-16 0) le assegnano al Maestro di Verucchio, artista fortemente influenzato dalla produzione di Pietro da Rimini e dalla cultura riminese degli anni trenta del XIV secolo.
tavola ricavata in unico asse di legno intagliato per ottenere l'emergenza della cornice sul piano.
Data di creazione:
1330 - 1340, sec. XIV; 1330 - 1340
Soggetto:
Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli
Personaggi: Santa Maria Maddalena; San Francesco; San Domenico; San Giovan ni Battista; San Giacomo; Santa Elisabetta; San Cristoforo. Figure: santo vescovo; angeli.
Materia e tecnica:
tavola/ pittura a tempera
Estensione:
altezza: cm 44.5; larghezza: cm 31
Condizioni d'uso della risorsa digitale:
Quest'opera di MetsTeca è distribuita con Licenza Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale.
Oggetti digitali
Indirizzo: Palazzo dei Priori, Corso Vannucci 19 - 06100 Perugia, Perugia (PG) - esposto sala 4,inv. 68 (1918)
Riferimenti
È riferito da: scheda iccd OA: 10-00016126
In: Galleria Nazionale dell'Umbria - Opere Esposte
Identificatore: work_15675
Diritti
Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Detentore dei diritti: proprietà Stato
Licenza: Con attribuzione, no opere derivate, senza riuso commerciale