Tipo:
Luoghi della cultura; Ente/Istituzione
Categoria:
Musei d'arte
E'una sorta di “spazio enciclopedico” che riunisce in un unico complesso architettonico un Museo d’arte, un Archivio del Novecento, una Biblioteca specialistica, un Auditorium. Così si presenta la nuova sede del Mart di Rovereto, progettata da un famoso architetto ticinese, Mario Botta, in collaborazione con un apprezzato ingegnere trentino, Giulio Andreolli. Dal giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 15 dicembre 2002, il polo culturale roveretano è divenuto un punto di riferimento nazionale e internazionale nel campo della ricerca, della conservazione e della valorizzazione delle arti figurative dell’età contemporanea, dal Romanticismo ai giorni nostri. La storia del Mart era iniziata, però, quindici anni prima, nel 1987, con l’istituzione di un Museo a carattere provinciale, destinato ad accogliere – nella sede centrale di Palazzo Albere a Trento, nell’Archivio del ’900 e nella Casa-Museo di Depero a Rovereto – le raccolte d’arte moderna e contemporanea acquisite negli ultimi due secoli dai Comuni di Trento, di Rovereto e dalla Provincia autonoma e l’importante lascito di opere e documenti di Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960), uno dei protagonisti del movimento futurista. Dalla primavera del 1998 è conservata al Mart la prestigiosa collezione di Augusto e Francesca Giovanardi con capolavori della pittura italiana del XX secolo – tra cui 21 dipinti di Giorgio Morandi – firmati da Carlo Carrà, Mario Sironi, Massimo Campigli, Filippo De Pisis e Osvaldo Licini. Alla Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte appartengono, invece, opere significative di Carrà , De Chirico e Casorati , anch’esse in deposito. Nel percorso espositivo permanente sono presenti i movimenti artistici del dopoguerra, dall’astrattismo alle esperienze degli anni Sessanta e Settanta (arte povera, minimal art, concettuale, transavanguardia), dall’arte di fine ’900 fino alle recentissime novità di inizio XXI secolo.
Elementi distintivi del Mart sono, infine, l’Archivio del ’900 – dove sono confluiti fondi documentari di grande importanza di artisti, come Depero, Severini e Carrà, architetti (Mazzoni, Baldessari, Sottsass, Gigiotti Zanini) e critici d’arte, quali Carlo Belli e Silvio Branzi – e la Biblioteca, che conta circa 60.000 volumi, tra cataloghi di mostre, biografie di artisti, dizionari e altre tipologie librarie.